IL PUNTO n. 752 del 14 febbraio 2020 di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it ) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: SALVINI RINGRAZIA - UN’ITALIA DA FUORI DI TESTA – FOIBE: AMNESIE, MEDAGLIE E COMPLICITA’ – MENEFREGHISMO A STRESA
SALVINI RINGRAZIA Davvero non capisco gli avversari di Salvini che hanno dato al leader leghista non solo un nuovo colpo d’ala, ma si sono infilati in una rogna che finirà solo quando – presumibilmente – un tribunale o tirerà in ballo con Salvini l’intero ex governo (Conte e M5S compresi) o, molto più probabilmente, archivierà tutto. Comunque finisca Salvini può approfittare della vicenda Gregoretti per rimettersi in corsa interpretando il pensiero di gran parte degli italiani (anche di quelli che votano a sinistra) che vogliono comunque un controllo dell’immigrazione. E’ ridicolo processare Salvini per aver tenuto 4 giorni 131 migranti su di una nave militare – debitamente rifocillati - soprattutto dopo casi analoghi nei quali i magistrati avevano invece già archiviato tutto, così come è ridicolo ipotizzare il reato di sequestro di persona visto che – comunque la si giri – i “sequestrati” non avevano uno straccio di documento idoneo all’ingresso in Italia e quindi - trattenendoli - si faceva rispettare una legge. Facile l’accostamento di una giustizia che assolve la “Capitano” Rackete per entrare senza autorizzazione in porto a Lampedusa speronando una motovedetta della Finanza e poi vuole processare il ministro che con ogni evidenza ha deciso atti “politici” e in questa veste deve piuttosto politicamente risponderne. Anche perché - a questo punto - mi chiedo cosa faranno i giudici se molti italiani dichiarassero, autodenunciandosi, di considerarsi “complici” nel sequestro: la Lega - se è furba - chiamerà iscritti e simpatizzanti all’autodenuncia generale che ingolferà la Giustizia in una farsa collettiva. Comunque vada buon spettacolo, mi pare che siamo davvero nel momento più buio ed assurdo nella storia di questa Repubblica.
SANREMO, SPECCHIO DI UN’ITALIA DA FUORI DI TESTA La settimana scorsa ero all’estero e - quando sei via - è normale voler capire cosa succeda a casa, ma dall’ANSA al “Corriere” l’Italia sembrava un paese da fuori di testa: Sanremo, Sanremo, Sanremo. Al decimo clik scoprivi un Frecciarossa deragliato o che il PIL questo trimestre va sotto lo zero. Nel frattempo che Air Italy chiude, Unicredit annuncia la dismissione di 6000 dipendenti e la chiusura di 450 filiali, l'indice della produzione industriale scende del 4,5% a dicembre (peggior risultato dal 2013 a conclusione dell’ “anno bellissimo" preannunciato da Conte) l’Italia non vede, non sente, non parla: è distratta, inchiodata al teleschermo. Perché il paese che va a rotoli “Ma nutriamo buone aspettative” fa sapere il ministro dell’ economia e quindi si può stare tranquilli. Mai come quest’anno a Sanremo hanno trionfato le più incredibili banalità e le cavolate sono state il piatto principale degli italioti per una intera settimana con festival, dopo festival, anti-festival, commenti, commenti ai commenti, polemiche ai commenti dei commenti. Uno che se ne va dal palco facendo finta di litigare con un altro fa notizia, quella che sbaciucchia quell’altra fa super notizia, anche perché la polemica del cattivo che se la prendeva con le donne ha tenuto banco per almeno una decina di giorni ed è stata la super, super notizia… Gente mia, ma siamo davvero diventati tutti rincoglioniti fino a questo punto? Per me la vera notizia è piuttosto che si sono trovati 350.000 euro da dare a Benigni per la sua comparsata, mentre gli orchestrali guadagnano 50 (cinquanta) euro al giorno e dove il buco nero RAI si avvita su sé stesso e non cambia mai. Siamo un paese strano: tutti flippati su Sanremo e il resto non conta. Esempi? Dopo che per mesi ti hanno asfissiato sull’ impeachment a Trump quando poi lo prosciolgono in due giorni (come peraltro previsto, e i lettori del PUNTO lo sapevano già due mesi fa) non ne parla nessuno ai TG, così come nessuno spiega qualcosa di chiaro coerente sul virus cinese diffondendo notizie spesso contraddittorie, senza logica né senso. Il mondo corre o sprofonda, ma noi - italiani da festival - non sentiamo più neppure le canzoni ma solo, rimbambiti, stiamo in maggioranza comunque incollati al teleschermo stando agli share di incerta verifica. Se è questa la TV pubblica (e non) che lor signori gradiscono si accomodino pure, io la spengo.
FOIBE: AMNESIE, MEDAGLIE E COMPLICITA Mi sembra che quest'anno il "Giorno del Ricordo" del 10 febbraio, nato per non dimenticare i martiri delle foibe e l'esodo di 350.000 italiani dall'Istria e dalla Dalmazia, abbia avuto un eco maggiore del solito. Forse, finalmente, si cominciano a spiegare più nel profondo quelle terribili verità, coperte per decenni dai comunisti dell'allora PCI e dagli atteggiamenti politicamente corretti dei loro alleati. Restano però alcuni punti quasi completamente ignorati dalle cronache ovvero - dal punto di vista storico - innanzitutto il riconoscimento che chi si oppose fino all'ultimo al dilagare delle milizie comuniste slave difendendo le popolazioni italiane furono i soldati della RSI che si batterono fino a dopo il 25 aprile pur di fermare la marea rossa che rovinò poi dal fronte orientale. Un sacrificio di migliaia di soldati dimenticati e reietti cui dovrebbe essere espressa la riconoscenza nazionale così come a quei partigiani anticomunisti uccisi dai loro compagni delle brigate "Garibaldi" (ovvero i comunisti) quando si accorsero del grande inganno dei "liberatori" di Tito che invece volevano semplicemente portare il confine jugoslavo almeno fino ad Udine: erano potenziali testimoni scomodi, a centinaia furono uccisi od infoibati. Queste sono realtà storiche di cui si parla poco o nulla, come nulla si approfondisce e si ricorda di quanto avvenne nei decenni successivi, per esempio per la firma del "Trattato di Osimo" negli anni '70 - ovvero già passata una intera generazione dopo la guerra - in cui l'Italia sottoscrisse la capitolazione definitiva di quelle zone dell'Istria che teoricamente potevano essere ancora recuperate. Non solo, ma quel trattato non fu comunque mai rispettato dalle controparti croate e slovene: Capodistria è diventata Koper, il bilinguismo non esiste, le poche scuole italiane sono state chiuse e tutto ciò che era "italiano" è stato totalmente sradicato. L'unico momento in cui l'Italia di oggi avrebbe potuto poi alzare la voce e pretendere almeno il rispetto di quegli accordi (compresi gli indennizzi per gli espropri ai beni degli esuli italiani) fu poi nel momento in cui la Croazia stava per essere ammessa in Europa. Fummo in pochissimi a sollevare allora in Parlamento questa questione, zittiti da tutti perché l'Unione Europea veniva prima di tutto. Oggi in tanti la criticano ma dimenticandosi che abbiamo perso tutte le occasioni per tutelare, rivendicare e difendere gli interessi nazionali. Questa non è storia di 70 anni fa, ma solo dell'altro ieri. Anche per questo mi ha dato fastidio che quell'ignorante del ministro degli esteri Di Maio abbia scelto proprio il 10 febbraio per andare a Belgrado a stringere accordi (?) nella capitale dell'ex Jugoslavia. Non poteva scegliere per decenza almeno un altro giorno? Ma forse Di Maio non si è neppure accorto di questa offesa alla memoria: da ignorante che è probabilmente delle foibe non sa nulla o nulla gliene importa. Resta comunque aperto un problema: chiariti le responsabilità di Tito per la moprte di decine di migliaia di nostri connazionali non sarebbe ora di revocargli almeno i titoli onorifici che Pertini & C. gli assegnarono a suo tempo? La giusta richiesta di Giorgia Meloni (ripresa localmente dal sen. Enrico Montani) mi sembra doverosa
MENEFREGHISMO A STRESA A Stresa chiude la biglietteria della stazione ferroviaria: piccola notizia se non fosse che solo a Stresa fermano i treni internazionali per il lago Maggiore e che molti sono i turisti che usano il treno, oltre a centinaia di pendolari. La Regione non avrebbe piu' sottoscritto gli accordi con Trenitalia e quindi si chiudono i servizi di un’immobile che da decenni già sembra bombardato dopo il crollo della stazioncina stile liberty di quello che fu il trenino del Mottarone; un esempio di degrado edilizio e culturale ineguagliabile.. Pensate se mai in Svizzera permettessero un simile scempio, che purtroppo avviene nel sostanziale disinteresse generale dei politici locali e particolarmente di Stresa, dove peraltro si vota tra tre mesi.... e poi si sproloquia di turismo, “green” o integrato che sia. Direbbe Totò “ Ma fatemi il piacere…”
Buona settimana a tutti MARCO ZACCHERA
|
In ottemperanza al D.Lgs. 196/03 sulla tutela dei dati personali, le informazioni contenute in questo messaggio sono strettamente riservate e sono esclusivamente indirizzate al destinatario indicato (oppure alla persona responsabile di rimetterlo al destinatario), tenendo presente che qualsiasi uso, riproduzione o divulgazione di questo messaggio è vietata.
i contatti sono stati raccolti da Marco Zacchera attraverso modalità web, cartacea e personale. Nel caso in cui avesse ricevuto questa mail per errore, vogliate avvertire il mittente al più presto a mezzo posta elettronica e distruggere il presente messaggio e gli allegati in esso contenuti.“Per qualsiasi ulteriore informazione puoi contattaci all’indirizzo marco.zacchera@libero.it, oppure rispondere direttamente a questa email.
Nel caso non volessi più ricevere le nostre comunicazioni puoi disiscriverti utilizzando l'apposito pulsante.
| ||||